MEMORIE DALL’INDIA

Il concetto di yoga si lega spesso alla spiritualità.

L’India di per sé, nella letteratura, viene descritta come la Terra dei mille dei, con nomi strani, storie incredibili e luoghi sconosciuti.

In effetti l’India è così: strana, incredibile e sconosciuta.

 

Solo chi c’è stato ve la può raccontare e ogni racconto sarà diverso, con sfumature insolite e colori inusuali.

 

Io sono stata in India. Tanti anni fa ormai ma la memoria ritorna laggiù ogni volta che lo desidero. Incredibilmente sembra che la mia mente non abbia eliminato nulla di ciò che ho vissuto.

 

Ricordo perfettamente il caos di Calcutta la prima sera che sono arrivata, dopo un viaggione, alla disperata ricerca di un bancomat per prelevare dei soldi e comprare le poche cose che mi servivano.

Ovviamente non posso dimenticare il fatto che mi abbiano perso la valigia nel volo interno Dehli – Calcutta (classico). E con me ad altri malcapitati.

 

Alloggiavo presso un Ashram e in quei giorni in cui la mia valigia era assente (non ti nascondo la preoccupazione di aver perso definitivamente tutto!) ho imparato:

  • la generosità delle altre persone intorno a me. Ognuno di loro mi ha donato qualcosa per sopperire alla mancanza
  • l’essenzialità. In quei giorni mi bastava ciò che avevo e questa esperienza mi ha fatto comprendere che in verità non avevo bisogno di nient’altro
  • a restare nel qui ed ora. Ad accogliere il momento presente
  • la gratitudine. Mai come quando sei senza niente, rendi grazia per ciò che hai

 

Beh, dopo quattro giorni la mia valigia è arrivata all’aeroporto di Calcutta e sono andata a prenderla in aeroporto. Tralascio il viaggio in taxi dove credo di aver rischiato la vita cento volte e vado subito a quando hanno aperto la porta dello stanzone dove c’erano tutte le valigie perse. La mia era esattamente al centro della stanza e attorno a me c’erano centinaia di valigie. Gioia immensa ma mi sono anche chiesta: e tutte queste altre valigie??? Quando sono arrivate??

 

A parte questa piccola disavventura, ho vissuto delle cose incredibili. Viaggiare da soli ti apre un mondo di possibilità e conoscenza.

 

Al mattino mi alzavo e andavo alla preghiera del mattino (Puja). E quando dico mattino, dico alle 5. Poi colazione. Successivamente seguivo le lezioni dei monaci Sannyasi sui testi antichi e venivano tenute classi molto belle e interattive.

 

Prima del pranzo c’era il Bhoga Arati e poi si pranzava tutti insieme un lauto pasto: una preparazione amara, una zuppa dahl, riso, una preparazione fritta, sabji (preparazione di verdure stufate piccante), una preparazione rinfrescante a base di yogurt e un dolce. La sera invece per stare leggeri: patate fritte alla curcuma (la cosa più buona in assoluto), chapati e latte caldo.

Tutto rigorosamente da mangiare con le mani.

Camminavo per le vie di Calcutta dove tutto si svolgeva per le strada: persone che si lavavano, bambini che giocavano, piccoli chioschi all’aperto dove cucinavano prelibatezze, c’era chi vendeva galline e chi vendeva ghirlande di fiori meravigliose. Tutti con un sorriso smagliante ad accoglierti e tantissima povertà ad accogliere loro.

Spesso si dice che la religione sia il mezzo per giustificare la povertà o tenere a bada le masse. Non lo escludo ma credo anche che ci sia genuinità nell’accogliere Dio nella propria esistenza.

 

Era gennaio quando sono andata e nonostante avessi un tetto sotto cui dormire non ero certo nell’hotel 5 stelle lusso. Dormivo in un letto dal materasso inesistente con una finestra rotta e senza riscaldamento. Nel mio sacco a pelo.

 

Quando decidi di intraprendere un viaggio in India è un viaggio che parte da te stesso. Devi spogliarti della materialità e iniziare a vedere con gli occhi del cuore. Se sei una persona che non può stare senza la pasta, il caffè, il bidet…allora l’India non fa per te. Se sei troppo legato all’agio e alla comodità, scegli un’altra destinazione.

Se decidi di andare in India decidi di camminare con consapevolezza, senza paura, pronto ad accogliere ciò che arriva come una benedizione perchè ragazzi, dall’India c’è solo da imparare.

 

Dopo Calcutta sono andata a nord est, vicino all’Himalaya nella città di Navadwip. Un Ashram meraviglioso, nelle campagne. Per arrivare nella cittadina più vicina dovevi farti trasportare da un riksho (ho imparato i numeri e qualche parola in hindi per farmi capire). Strade sterrate, di sera senza nemmeno una luce. Con le fogne che viaggiano ai bordi della strada.

Diceva sempre la mia maestra: “Se in India non sei consapevole, muori”. Mai parole siano state più azzeccate.

 

Nonostante io non mi sia mai sentita in pericolo e grazie anche al fatto che con me c’era sempre un accompagnatore esperto che viveva già da tempo in India, ti rendi subito conto che se capiti in mani sbagliate potresti finire chissà dove.

 

 

Ma ci sono anche esperienze da fare.

Una mattina io ed altre ragazze siamo andate sulle rive del fiume Gange, a pochi minuti da dove stavamo. Abbiamo meditato all’alba di fronte a quel fiume così potente, così spirituale. Ganga Devi.

 

Ganga, la divinità femminile indiana legata appunto al fiume stesso, è identificata con la purezza dell’acqua che nutre la terra ed è fonte di vita. Il fiume Gange si dice che lavi via tutti i peccati. Rituali con l’acqua, incluso la venerazione del Gange, dimostrano il ruolo cruciale che ha l’acqua in India. Come la maggior parte delle divinità indiane, Ganga ha un veicolo come animale: una creatura acquatica chiamata makara, con il corpo di coccodrillo e la proboscite di elefante.

 

Io ho sentito una forza sovrastante arrivare dall’acqua, entrarmi nel cuore e non uscirne più!

Insomma, potrei stare ore a raccontarvi dell’India.

Quello che mi ha lasciato è stata la gioia nel cuore, quel desiderio di dedicarmi alla vita spirituale e di seguire la mia strada. La strada del Bhakti Yoga che ad oggi vede aggiungere il tassello dello yoga “fisico”, come insegnante.

Dico “fisico” impropriamente perchè la verità è che come io vivo lo yoga è tutto tranne che fisico.

 

Il percorso è lungo, la strada non ha fine se hai voglia di aprire il cuore e lasciarti guidare dal divino.

 

Hari Om Tat Sat

 

 

 

 

 

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