IL RESPIRO YOGICO

Tutti parlano di yoga ma pochi parlano di respiro.

Se pensate di fare yoga ignorando tutta la disciplina che si occupa delle tecniche di respirazione, cattive notizie: non state facendo yoga!

Partiamo dal presupposto che il respiro è la base di tutto. Senza respirare non potremmo vivere. Questo ci fa comprendere come sia essenziale.

Nelle classi sto introducendo lentamente questo concetto. Sono cresciuta nello yoga con un’insegnante che mi ha istruito alle pratiche di pranayama e ora io respiro esattamente come se praticassi ogni momento. Il respiro è la mia solida roccia che mi supporta in ogni momento. Lo osservo e dal respiro comprendo come il mio corpo e la mia mente cambino.

 

Nell’Hatha Yoga Pradipika nel verso 1, Capitolo 2 si dice che solo quando il corpo è regolato dalle asana e da una dieta moderata allora si potrà accedere al livello superiore dell’hatha yoga: il Pranayama. Ovviamente sotto la guida di un maestro.

La parola prana significa “forza vitale” quindi il pranayama è il processo attraverso il quale la forza vitale interna aumenta. Non è quindi semplicemente il controllo del respiro ma una tecnica attraverso la quale introduciamo energia nel nostro corpo.

Anche la dieta ha la sua importanza: attraverso i cibi assorbiamo energia la quale agisce e influenza il nostro corpo, mente e vibrazioni praniche.

Respiro e mente poi sono strettamente collegate. Quando o la mente o il respiro sono in equilibrio, l’altro diventa stabile. Al contrario quando la mente è disturbata, anche il respiro sarà agitato.

Per questo attraverso la pratica yoga e il respiro abbiamo un’arma potente contro il fluttuare della mente.

“L’Hatha Yoga dice di lasciare la mente libera di essere, di concentrarsi sulle funzioni del corpo e sull’energia vitale, e la mente ritornerà quieta”.

 

Il processo legato alla respirazione è connesso direttamente con il sistema nervoso centrale ed è uno dei processi vitali del nostro orgamismo. Ha inoltre connessioni con l’ipotalamo, la parte del cervello che controlla la risposta alle emozioni. Pertanto un respiro irregolare manderà impulsi irregolari al cervello e questo porterà a delle risposte disturbate, non lineari.

 

Diventando consapevoli della natura del respiro e controllandolo, tutto il sistema ne trarrà beneficio.

 

Altra cosa che differenzia il respiro naturale da quello yogico, è il trattenere il respiro. Mi spiego. Patanjali definisce il Pranayama come l’intervallo tra l’inspiro e l’espiro. Quando trattieni il respiro in questo intervallo, gli impulsi nervosi si bloccano in diverse parti del corpo e le onde emesse dal cervello si armonizzano. Nel Pranayama è importante allungare questa ritenzione del respiro per limitare l’agitazione della mente. Si tratta proprio di trattenere il fiato, per qualche secondo tra un atto respiratorio e l’altro. Sembra impossibile ma con l’esercizio vi accorgerete che piano piano questo “intervallo” si allungherà notevolmente.

 

Quando la pratica yoga diventa parte fondametale della tua vita, arriva il momento in cui la mente deve essere controllata affinchè tu possa immergerti in te stesso. Ed ecco che allora le tecniche di pranayama non potranno più essere ignorate.

 

Ci sarebbero pagine e pagine da scrivere su questo argomento.

Nelle lezioni Yobiyoga gradualmente introduciamo questa tecnica, affinchè si possa avere uno strumento utile per imparare a conoscersi, a prendere consapevolezza di sé stessi e del proprio respiro. E quindi a controllare la mente.

 

 

 

 

 

 

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